
Villa Gnecchi, storica dimora ottocentesca di Merate, è conosciuta per l’elegante architettura e per i due parchi che la circondano: il Parco di Nettuno, con la celebre fontana omonima, e il Parco di Meleagro, caratterizzato da un suggestivo gruppo scultoreo ispirato alla mitologia. La villa, appartenuta alle famiglie Confalonieri e Gnecchi, è stata nel tempo oggetto di importanti interventi architettonici e paesaggistici che ne fanno oggi uno dei luoghi simbolo del patrimonio storico e artistico locale.
Come “Villa Gnecchi” è conosciuta in paese la villa che fu della famiglia Confalonieri, la quale la acquistò nel 1651 dagli eredi di Caterina Airoldi. Nei primi decenni dell'Ottocento furono eseguiti interventi che portarono la villa ad assumere l’assetto esterno attuale.
Il passaggio agli Gnecchi e le modifiche
Nel 1888 la villa passò alla famiglia Gnecchi, e furono eseguiti lavori di ristrutturazione interna diretti da Fausto Bagatti Valsecchi. Negli anni Venti del Novecento, Vittorio Gnecchi Ruscone, ereditata la villa dal padre Francesco, apportò importanti modifiche alla facciata: la scalinata centrale fu dotata di balaustra in pietra scolpita, le finestre del terzo piano vennero private del terrazzo a ringhiera e, in nicchie già esistenti, furono poste due statue. Altre sei statue furono allineate sulla sommità dell’edificio.
I parchi della villa
A Vittorio Gnecchi si deve anche la sistemazione di due parchi, oggi parte integrante del complesso.
Il Parco di Nettuno, antistante la villa, ospita al centro la Fontana di Nettuno con il dio del mare attorniato da cavalli pinnati. Il perimetro è delineato da una carpinata su tre lati e da una bassa inferriata sul lato strada. Oggi il parco è di proprietà comunale e negli anni Ottanta è stato attrezzato con vialetti, panchine, alberi e collegato al parco giochi.
Dal retro della villa si accede, tramite un cancello in ferro battuto, al secondo parco, recentemente denominato Parco di Meleagro. All’estremità dell’area, al confine con Paderno d’Adda, si trova una fontana con un gruppo scultoreo raffigurante la caccia al cinghiale con Meleagro, Atalanta e la dea Diana.
Danneggiamenti e perdite
Purtroppo, negli anni recenti, il gruppo scultoreo è stato oggetto di furti e vandalismi: sono scomparse la statua del cane che addentava il cinghiale e quelle di Apollo e Venere, un tempo presenti in due nicchie laterali. Una doppia fila di cipressi (oggi incompleta) conduceva alla fontana. Altre statue arricchivano il parco, ma furono rimosse al momento del cambio di proprietà, lasciando solo i piedistalli.
Informazioni utili
Piazza Gnecchi Ruscone, 23878 Verderio LC